Le tartarughe marine non sono soltanto creature affascinanti, ma veri e propri indicatori biologici della salute degli oceani. Tra le sette specie marine presenti al mondo, la Caretta caretta è quella più comune nel Mediterraneo e svolge un ruolo ecologico cruciale: regolando la popolazione di meduse, contribuisce a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini. Tuttavia, proprio la loro collocazione nella catena alimentare le rende estremamente vulnerabili. Diversi studi hanno dimostrato che oltre il 50% delle Caretta caretta nel Mediterraneo ha ingerito plastica, con effetti che vanno dall’ostruzione intestinale al rilascio di sostanze tossiche all’interno dei tessuti.
Nel mare Adriatico, un bacino semichiuso, intensamente popolato e trafficato, i pericoli si moltiplicano. Qui confluiscono scarichi fluviali che trasportano pesticidi, metalli pesanti e microplastiche, mentre la pressione antropica legata alla pesca e al traffico navale aumenta il rischio di collisioni e catture accidentali. Le statistiche dell’ISPRA stimano che ogni anno nel Mediterraneo vengano catturate accidentalmente oltre 130.000 tartarughe marine, la maggior parte delle quali appartiene alla specie Caretta Caretta. Molte non sopravvivono.
È in questo contesto che Venice Lagoon Plastic Free ha soccorso, recuperandole in mare, due baby tartarughe di questa specie: “Serenity” e “Abbrighè”, la seconda dopo poche ore dal rilascio della prima. I corpi di entrambe erano colonizzati da balani, crostacei sessili che si fissano a substrati duri come rocce, scafi e gusci. In condizioni normali, un esemplare sano riesce a impedire l’attecchimento di questi organismi grazie ai movimenti continui e alla capacità di mantenere la pelle e il carapace in buono stato. Ma quando i balani proliferano in maniera eccessiva, come osservato negli esemplari recuperati, possono ridurre notevolmente l’idrodinamicità del corpo, aggravare il consumo energetico e peggiorare lo stato di salute generale.

Trasferite da VLPF con urgenza al Centro di Primo Soccorso Netcet degli Alberoni, Abbrighè ha ricevuto cure veterinarie specializzate da un professionalissimo team dedicato. Alimentazione mirata, pulizia del carapace e monitoraggi costanti hanno permesso di restituirle poco a poco energie e vitalità. Dopo qualche settimana, per ciascuna è arrivato il giorno del ritorno al mare: un istante che ha commosso volontari e ricercatori.
Il caso di Abbrighè sottolinea quanto la biologia della Caretta Caretta sia strettamente legata allo stato di salute degli ambienti marini. Il loro stato di benessere è un termometro ecologico. Ogni tartaruga debilitata racconta la storia di un mare affaticato da pressioni antropiche eccessive, inquinamento e cambiamenti climatici.
Venice Lagoon Plastic Free, è orgogliosa di aver contribuito al salvataggio di questi esemplari giovanili. Tuttavia, sta al legislatore ed alle autorità preposte determinare le condizioni necessarie affinché l’esposizione di queste creature verso l’impatto umano si riduca sensibilmente attraverso politiche di tutela attive, regolamentazioni più rigide sulla dispersione di plastica monouso in natura, una pesca maggiormente sostenibile e l’approvazione di decreti attuativi di quelle norme già approvate ma non pienamente esecutive, quali la legge Salva Mare.
Serenity ed Abbrighè sono tornate al loro ambiente naturale, ma la loro storia rimane un monito: la sopravvivenza di queste antiche viaggiatrici degli oceani dipende dalla capacità delle nostre istituzioni di tradurre conoscenza scientifica in politiche attive volte ad una effettiva conservazione e protezione dei loro habitat nei decenni a venire.