Si è svolto lo scorso 23 aprile, in una sezione dell’Isola del Lazzaretto Nuovo, grazie alla preziosa collaborazione della associazione Lazzaretti Veneziani, un test di rilevamento sperimentale della densità e tipologia dei rifiuti marini attraverso l’uso di UAV (modello DJI Mavic 30 Enterprise) in dotazione ed operato dall’Associazione Poseidone, con successiva elaborazione dei dati raccolti attraverso l’impiego di machine learning ed intelligenza artificiale. Il test si è svolto in sinergia con il Dipartimento di Computer Engineering dell’Università Mohamed I (MOH ) di Oujda in Marocco.
Il test si inserisce all’interno delle attività del progetto HEUROPE REMEDIES, di cui VLPF è partner. Esso ha mirato ad individuare zone a maggiore concentrazione di rifiuti marini e identificarne le principali categorie, attraverso immagini e video ad alta definizione acquisite tramite unità UAV resa operativa a varie altitudini. Dall’elaborazione dei dati acquisiti attraverso le immagini rilevate dal drone, si tenterà di estrapolare una lettura automatica delle tre principali categorie di rifiuti riscontrate durante il rilievo.
La sessione di acquisizione dati è stata organizzata applicando tre diversi piani di volo eseguiti a diverse altitudini sul medesimo transetto di 100 metri lineari oggetto del monitoraggio, secondo la seguente missione di volo:
Volo n. 1 – Alta precisione – eseguito a 4 metri di altitudine. Vantaggi: Risoluzione molto elevata degli oggetti al suolo, ideale per addestrare il modello IA al rilevamento di rifiuti marini di modeste dimensioni.
Volo n. 2 – Ripresa ad ampio raggio – eseguito a 6 metri d’altezza. Vantaggi: visione più globale dell’area, utile per la contestualizzazione ambientale e la validazione complessiva delle rilevazioni.
Volo n. 3 – Sorveglianza globale – eseguito a 10 metri di altitudine. Vantaggi: una visione più ampia dell’area, ideale per la sorveglianza globale e la valutazione dell’intero sito. Facilitazione nel testare il modello di intelligenza artificiale in un contesto più ampio.
I tre diversi voli hanno permesso di confrontare la qualità dei dati acquisiti dal drone DJI Mavic 30 Enterprise a bassa, media e alta quota e alimentare il database con immagini e video realizzati in condizioni reali, su terreni di difficile elaborazione per i modelli di intelligenza artificiale a causa della caratteristica morfologia del terreno e della vegetazione lagunare presente, appunto, sull’isola del Lazzaretto Nuovo.
Inoltre, le tre missioni di volo sono servite principalmente a raccogliere immagini di alta qualità a diverse altitudini, che supporteranno un addestramento e una valutazione più efficaci del modello di intelligenza artificiale per il rilevamento dei rifiuti marini.
I dati del test verranno validati attraverso il lavoro di monitoraggio manuale contestualmente eseguito con l’App sviluppata da VLPF nel quadro del progetto REMEDIES, con il supporto informatico di INFORDATA. Questa App consente la classificazione e il censimento dei rifiuti secondo i protocolli europei, generando dati conformi agli standard EMODnet (European Marine Observation and Data Network), di cui VLPF è data provider.
I dati finali saranno infatti caricati nella piattaforma Remedies nella sezione “campagne con droni aerei” per il processamento automatico tramite l’AI di MOH. Nella piattaforma Remedies i dati del monitoraggio scientifico Emodnet saranno direttamente paragonabili con i litter riconosciuti dal IA di MOH.
L’isola del Lazzaretto Nuovo è tra le zone più suggestive e di maggior rilievo per la storia e l’ambiente di Venezia. Costruito durante il Quattrocento, il Lazzaretto Nuovo era un punto d’arrivo ed un centro di quarantena sia per le persone, che per le merci che arrivavano dall’estero, soprattutto dall’oriente. Nell’Ottocento è stata parte del sistema difensivo delle fortificazioni lagunari e oggi è l’unica isola veneziana recuperata dall’abbandono con un progetto non profit di rigenerazione urbana partecipata, che l’ha riportata alla collettività come ecomuseo, frequentato da migliaia di persone da tutto il mondo e ricco di attività di ricerca, didattiche e divulgative. Ospita il Deposito archeologico del Ministero della Cultura e, circondata dalle ultime “barene” originarie vicine alla città storica, con la passeggiata naturalistica “Il Sentiero delle Barene” racconta l’ambiente più particolare dell’ecosistema lagunare.
L’isola offre un accesso controllato dei visitatori, e quindi una presenza antropica limitata, rivelandosi così un luogo ideale per lo svolgimento di attività di citizen science e nella fattispecie, di monitoraggio dei rifiuti marini esogeni, che vengono incessantemente a depositarsi lungo le sue sponde.