Nuova collaborazione con l’Università Politecnica di Bucarest e l’Istituto Tecnico Tecnologico Montani

Settembre 29, 2021
Nuova collaborazione con l’Università Politecnica di Bucarest e l’Istituto Tecnico Tecnologico Montani

Il progetto H2020 InNoPlastic ha accolto con entusiasmo l’impegno della liaison scientifica facilitata da Venice Lagoon Plastic Free che coinvolge i laboratori e le infrastrutture tecniche dell’Istituto Tecnico Tecnologico “G. e M. Montani” a supporto delle nostre azioni di campionamento delle acque di Venezia e della sua laguna. Siamo lieti, allora, di condiviere la nostra collaborazione con l’UPB e l’Istituto Montani.

Siamo fermamente convinti che il valore aggiunto dalla collaborazione tra i laboratori dell’Istituto Montani, la più antica e una delle migliori scuole tecniche in Italia, e della Facoltà di Scienza dei Materiali e Ingegneria dell’Università Politecnica di Bucarest, partner di InNoPlastic, porterà a promettenti risultati. 

VLPF ha stipulato una collaborazione ufficiale PTCO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) con l’ITT Montani che prevede l’uso di tecniche e strumenti quali una GC-MS (gascromatografia-spettrometria di massa), un UHPLC-MS Orbitrap ™, un sistema per la produzione di acqua ultrapura, uno spettrometro FT-IT, uno spettrometro VIS-UV, un densimetro, un durometro, un estensimetro e una macchina per prove meccaniche sui materiali Quasar 5.

Grazie agli strumenti dell’ITT Montani, VLPF ha potuto analizzare le acque del centro di Venezia, alla ricerca di microcontaminanti e agenti inquinanti in parte riconducibili al turismo di massa in città. La ricerca condotta sotto la supervisione della professoressa Teresa Cecchi  e pubblicata in Science of the Total Environment, ha condotto a risultati inediti e di assoluta rilevanza scientifica.

 

laboratorio per la nostra collaborazione con l'upb

 

In particolare, le attrezzature dell’Istituto Montani saranno impiegate per identificare la distribuzione dell’origine degli inquinanti presenti tramite l’HS-SPME-GC-MS (spettrometria di massa con tecnica di microestrazione in fase solida dello spazio di testa). In particolare, si andranno ad analizzare le impronte molecolari contaminanti volatili rilasciate dai rifiuti marini nell’acqua della laguna di Venezia. 

Lo spettrometro FT-IT ci permetterà di classificare i polimeri e stabilire la frequenza di ritrovamento degli stessi nei rifiuti marini delle acque di Venezia.  

La Facoltà di Scienza dei Materiali e Ingegneria dell’Università Politecnica di Bucarest condurrà  analisi complementari dei campioni d’acqua prelevati: si utilizzeranno spettroscopia di assorbimento atomico, ContrAA 800D, HPLC con Triplo Quadrupolo LC/MS 6420, ATR-FT-IR Interspec 200-x FTIR, UV-VIS spettrometro, SEM con emissione di campo FEI QUANTA 450 FEG, Zetasizer Nano ZSP, etc. (un tour virtuale dei laboratori dell’università è disponibile qui).

L’uso della spettroscopia di assorbimento atomico si focalizzerà sulla determinazione di oligoelementi (cationi metallici come Ca, K, Mg e metalli pesanti tra cui Zn, Pb, Fe, Cr, Mn, As, Co) presenti nelle acque campionate in ppb (parti per miliardo), attraverso varie tecniche.

La cromatografia liquida ad alta prestazione potrà essere utilizzata per l’individuazione di composti non volatili (ad esempio, idrocarburi policiclici aromatici).

Verrà fatto uso del microscopio elettronico a scansione (SEM) con emissione di campo unitamente alla spettroscopia EDS al fine di valutare la morfologia e rilevare la presenza di nano e micro particelle nei campioni d’acqua dopo averne rimosso la matrice tramite filtraggio. 

Infine, le misurazioni Zetasizer ci aiuteranno a far luce sulla presenza e diametro medio delle particelle di origine  plastica. 

A cominciare dallo studio specifico e sperimentale delle acque di Venezia, avremo l’opportunità di campionare in seguito le acque del Tamigi, dell’isola di Krk in Croazia e dell’isola caraibica di Saint Martin. 

Questa collaborazione con l’UPB e l’Istituto Montani rappresenta, dunque, un contributo prezioso al lavoro di analisi e valutazione della presenza degli inquinanti plastici (ma non solo) nelle nostre acque in seno al il progetto InNoPlastic e un punto nodale per attività future di divulgazione e comunicazione scientifica. 

 

 

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